Via Roma, 48
25051 Cedegolo (Bs)
Tel. 0364 622179
Fax.
Orari di apertura:
dal martedi alla domenica
dalle 15,00 alle 18,00
il sabato
dalle 9,00 alle 12,00 e
dalle 15,00 alle 18,00
Privati: 3,50 €
Persone con oltre 65 anni: 3,00 €
Gruppi (a persona, min. 30 persone): 3,00 €
Docenti e accompagnatori: gratuito
Bambini con meno di 5 anni: gratuito
Visite guidate per gruppi
su prenotazione
L’acqua è l’elemento dominante del Museo dell’Energia Idroelettrica di Cedegolo, più che un luogo da visitare un’esperienza multisensoriale ed interattiva, favorita da straordinari allestimenti, strategie di luce e scelte di design.
Risalendo la Valle Camonica, superato Capo di Ponte, i due versanti si stringono nel centro di Cedegolo, punto focale dell’industrializzazione idroelettrica del Novecento, dove ha sede l’enorme massa monumentale della Centrale Idroelettrica.
La Centrale Idroelettrica di Cedegolo, sede del Museo, fu costruita tra il 1909 e il 1910 ad opera della Società Elettrica Bresciana, su progetto dell’Ing. Egidio Dabbeni.
La Centrale fu costruita per sfruttare la caduta delle acque derivate in Comune di Malonno sul versante orografico destro del fiume Oglio; passata all’Enel con la nazionalizzazione, è rimasta in attività dal 1910 sino al 1962, quando per motivi tecnici è uscita di produzione ed è stata impiegata come magazzino di deposito a servizio del sistema idroelettrico della Valle.
Nel settembre 2000 il Comune di Cedegolo ha acquistato la Centrale dalla SEI S.p.A. (società immobiliare e di servizi del Gruppo Enel) allo scopo di realizzarvi un museo dedicato all’energia idroelettrica: il Comune di Cedegolo ha quindi concesso in comodato la Centrale alla Fondazione Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia, che gestisce la struttura.
All’interno del Museo, il coinvolgimento del visitatore è cognitivo ed emotivo a partire dal momento in cui inizia il Percorso dell’Acqua, dal suo formarsi nell’atmosfera al suo precipitare sulla terra, dal suo condensarsi in ghiaccio al suo raccogliersi nei laghi alpini, dal suo imbrigliamento in dighe artificiali fino all’arrivo nella Centrale, dove si trasforma in elettricità.
La caratterizzazione architettonica dell’ambiente rafforza la percezione del significato dei processi di mutamento e trasformazione degli elementi naturali.
Una videoproiezione di filmati di repertorio racconta la storia e la cultura del luogo.
In questo vasto contesto, spazi appositi di laboratorio, come il Teatrino dell’Elettrostatica, permettono di approfondire e consolidare le conoscenze mediante attività operative appositamente progettate e calibrate alle varie fasce d’età.