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La "conquista dell'aria" fu il grande tema su cui si concentrarono le aspettative e gli sforzi tecnico-scientifici al passaggio fra Otto e Novecento. Tra i pionieri dell'aviazione si deve inserire Enrico Forlanini, che nel 1878 riuscì a far volare per pochi istanti un prototipo di elicottero. Al perfezionamento dei dirigibili concorsero Almerico da Schio, a cui si deve il primo dirigibile italiano nel 1905, e Arturo Crocco, che volò su Roma nel 1908.
Giovanni Caproni (1886-1957) è la figura di rilievo delle origini della nostra aeronautica. Laureato in ingegneria presso il Politecnico di Monaco nel 1910, costruì
quello stesso anno il suo primo aeroplano .
Importanti i suoi studi sul funzionamento delle eliche. Stimolato dal teorico della guerra aerea Giulio Douhet, si dedicò alla costruzione di
bombardieri impiegati nella prima guerra mondiale. Si può dire
che l'industria aeronautica italiana fu tenuta a battesimo dalla guerra: la produzione passò da 302 velivoli nel 1915 a 6.523 nel 1918. Oltre all'azienda fondata da Caproni, altre industrie si affermarono in campo aeronautico: la SIAI-Marchetti, la Macchi, la Fiat, ecc. L'effettiva realizzazione dell'elicottero, dopo numerose sperimentazioni, risale agli anni Trenta; vi contribuì l'italiano Corradino D'Ascanio. Sul piano produttivo, dopo la seconda guerra mondiale fu notevole il successo della società Agusta. Molto importante l'apporto di Secondo Campini allo sviluppo degli aerei a reazione.

Motore aereo degli anni Ottanta costruito dall'Alfa Romeo Avio, Gruppo Aeritalia.
Prototipo di elicottero progettato da Achille Bertelli, 1909.
Dall'alto,
l'aeronave "Italia" del conte Almerico da Schio, 1905;
biplano Sva 5 di produzione Ansaldo, 1917;
l'apparecchio a reazione ideato da Secondo Campini, in una fotografia del 1942.
Sullo sfondo,
il progresso dell'industria aeronautica a scopi bellici: l'immagine degli anni Trenta mostra simbolicamente il percorso compiuto.