Andrè Marie Ampère
Andrè Marie Ampère nacque il 22 gennaio 1775 a Poleymieux-au-Mont-d’Or, nei pressi di Lione. Figlio di una famiglia benestante e religiosissima, Ampère fu un intellettuale a tutto tondo, compiendo studi in moltissime discipline: matematica, probabilità e geometria, fisica, filosofia, chimica, poesia, musica… insomma, un uomo dall’ingegno brillante e versatile.
Fin da giovanissimo diede sfoggio delle sue incredibili doti: il suo primo saggio scientifico, un trattato sulle sezioni coniche, venne pubblicato quando aveva solo 13 anni! Di carattere timido e introverso, aveva però una ferrea disciplina, qualità che lo portò a raggiungere risultati fondamentali in diversi ambiti della scienza. Tuttavia, al contrario di ciò che si possa pensare, non ebbe una vita particolarmente fortunata, cosa che lo portava ad alternare periodi di sfrenato ottimismo ad altri di crisi depressive. Il carattere fragile del giovane Ampère venne messo alla prova la prima volta nel 1793, quando il padre venne condannato dal tribunale rivoluzionario francese e quindi ghigliottinato.
Anche il suo matrimonio con Julie Carron, avvenuto nel 1799, non migliorò la situazione. Dopo i primi anni, che Ampère visse con un amore quasi ingenuo, raccontato in un diario dal titolo Amorum, purtroppo Julie morì precocemente di malattia, nel 1804; un altro duro colpo per il giovane scienziato. Dopo gli studi e i primi lavori accademici a Bourg e a Lione, nei primi anni dell’800 si trasferì a Parigi, dove rimase lungo tutto il corso della sua carriera.
Qui compì alcuni dei suoi studi più celebri. In particolare, per quanto riguarda la fisica e l’elettricità, riuscì a costruire alcuni strumenti che saranno fondamentali sia per le comunicazioni (come il telegrafo elettrico) che per gli studi successivi, come l’invenzione del primo galvanometro, strumento utile a misurare l’intensità di corrente (la cui unità di misura, l’Ampere, è a lui dedicata), e, insieme ad Arago, dell’elettrocalamita.
Particolarmente importante inoltre è la bilancia di Ampere, uno strumento con cui studiare le forze che agiscono fra conduttori percorsi da corrente. Per questo motivo Ampère, grazie ai suoi esperimenti, può essere considerato il padre dell’elettrodinamica (termine che fra l’altro fu coniato da lui).
Geniale nella teoria e nei calcoli matematici, Ampère non era però particolarmente abile nel mettere in pratica le sue idee: progettava esperimenti così complicati e delicati che spesso non funzionavano. La sua vita finì nel 1835 quando, all’età di 61 anni, morì a Marsiglia a causa di un’infezione polmonare trascurata. Il suo impatto nel mondo scientifico fu comunque così importante da essere definito da Maxwell “il Newton dell’elettricità”.
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